Se atterri all’aeroporto di Incheon e ci sono -14° ti arriva un alert sullo smartphone che ti dice che fa molto freddo. Quindi indossi il piumino più pesante.

Finchè giorno ok, la sera si gela anche con il piumino più pesante. A quel punto metti maglia termica, camicia, maglione, guanti, cappello di lana.

Ora si ragiona.

I coreani che ti sfilano accanto generalmente sono senza calze, probabilmente in ciabatte, calzoni corti o gonna, una maglietta. Il piumino ce l’hanno. Aperto.

Poi ti scotti al primo assaggio di teokbokki.

Da qualche anno a questa parte trovo sano svegliarmi con l’arrivo del sole. In inverno si dorme più a lungo, l’estate è fatta per mettere piede sul sentiero prima di tutti gli altri.

Ma non è tanto per avere un ritmo circadiano in simbiosi con il ciclo naturale del tempo, o un egoismo antisociale. Gli altri poi li incontro al rifugio.

Ci sono due finestre - una in tarda primavera l’altra nel primo autunno - in cui l’alba disegna una matrice di puntini luminosi sulle pareti di casa, sul mobile della cucina, sul dualsense della playstation.

So che sai.